CIELI DI STELLE LUCENTI E BIANCHE (Maple Lane)

Le autobiografie sono croce e delizia della piccola editoria (e pure di quella grande, a volte).

Delizia, perché basta la licenza media e qualche euro di risparmio e chiunque pubblica un libro nell’illusione di darsi un pezzetto di immortalità, raccontando quanto eccezionale sia stata la sua vita. Croce, perché l’improvvisato scrittore riempie le pagine con fatti che non solo nessuno conosce, ma che nessuno vuole conoscere. E’ un festival dello zio Antonio-agricoltore-analfabeta- nobilissimo di spirito- marito della zia Annina- cuoca sopraffina- madre di 12 figli, della malvagia maestra della terza elementare che stroncò la carriera scolastica dell’autore per una stupidaggine, tipo non saper fare l’O con il bicchiere o non contare il dito aggiunto a quelle della mano destra. Cieli di stelle lucenti e bianchepotrebbe essere catalogato come una tranche di autobiografia in versi e prosa, se non ci fosse un romanzo breve, Maple Lane, con personaggi che rispecchiano la vita della provincia americana come appare e come è. Queste forme di espressione, diversissime, hanno una genesi comune nella nostalgia dell'autrice, Gabriella Pastorino, per un pezzetto di famiglia che vive oltreoceano, nella felicità di una rete d’affetti protettiva, nella malinconia del tramonto.