Il toy boy
E siamo così arrivate al toy boy che mi dicono particolarmente indicato a far laeta la senectus femminile. Come? Non sapete che roba è il toy boy? Non vi hanno insegnato niente Madonna, le grandi star e manco le ruspanti dive nostrane? Ve lo spiego io, prendendola, al solito, alla lontana:
Ricordate Jeanne Moreau? Ha recentemente raccontato qualcosa di sé ad un giornale. Non mi chiedete nomi, non li so, ma dell’intervista mi ha colpito ‘sto particolare: quando aveva dodici o tredici anni fu amata, consenziente, da un venticinquenne che per questo finì in galera. Altro grande amore intorno ai venti anni di lei e venticinque di lui; stavolta nessun problema legale, ambedue follemente innamorati e maggiorenni. Un decennio di non ricordo cosa, poi a trentacinque anni un altro folle amore, per uno di venticinque anni. Jeanne Moreau è stata, e forse è ancora, una grande attrice e dalle sue parole ho appreso anche che è donna di incrollabili principi, mica come noialtre banderuole; infatti ogni otto, nove o dieci anni cambiava fidanzato, ma sempre badando a che fosse venticinquenne. Se non è serietà questa… Solo ora, a ottantatré anni, ammette una debolezza: sta con un tizio di soli ventiquattro anni. Ma che volete, l’anno prossimo andrà tutto a posto.
Ecco, Jeanne Moreau usa (e mai verbo fu meglio scelto) i toy boy, i ragazzi giocattolo, sfiziosi passatempi. Confesso che avrei preferito centomila volte parlarvi di vecchi maiali che comprano l’appartamentino ad una diciottenne e mai mai di una donna che si spupazza (e paga!) un toy boy. Perciò se vi aspettate un mio suggerimento su come render più laeta la vostra senectus con l’uso di un toy boy, chiudete il libro. Vi ho già detto che sono vecchia, no?